Geosito: cava fossilifera di Duidduru
Un mare tropicale fossilizzato ai vostri piedi
Geosito: cava fossilifera di Duidduru
Nel territorio di Genoni, negli anni Ottanta, è stato scoperto un geosito di valenza geologica e paleontologica molto importante. E' noto che la Sardegna presenta, in diverse aree del suo territorio, frammenti preziosi della sua storia geologica. Un odierno scenario tropicale può aiutarci ad immaginare come poteva essere Duidduru nel Miocene; la stratigrafia del sito e la ricchezza dei fossili presenti sono alcuni elementi che rendono il sito interessante dal punto di vista scientifico. Il lavoro di paleontologi e geologi della Soprintendenza per i beni Archeologici di Sassari e Nuoro e dei Professori del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Cagliari ha permesso di ricostruire l'ambiente miocenico.
Formazione e sviluppo
La formazione di Duidduru rappresenta l'inizio del "1° Ciclo sedimentario miocenico" Auct. nel territorio esaminato, dove affiora con uno spessore di 50 metri circa. Essa poggia localmente sul basamento granitico paleozoico, oppure sulla formazione calcareo-dolomitica triassica o, ancora, sulle ignimbriti oligoceniche. Si tratta di una successione terrigena costituita da litologie arenitiche e conglomeratiche affioranti a nord-est (Arroleddu, N.ghe Addori, Pizzu Antoni Orrù, Sa Roia Manna) e ad ovest di Genoni (N.ghe Perdaligieri, Sedda Quaddaris, Duidduru). In località Duidduru, in particolare, è stato istituito l'omonimo e significativo sito geo-paleontologico attrezzato per la valorizzazione e tutela del ricco patrimonio fossilifero contenuto negli strati di questa formazione geologica. Le areniti hanno granulometria variabile da media a fine, e si presentano sia incoerenti sia compatte secondo la minore o maggiore presenza di cemento carbonatico; il colore varia dal nocciola chiaro fino al bruno verdastro. Generalmente sono massive, anche se localmente si riconosce una pseudostratificazione. Costante è la presenza di una componente vulcanogenica (areniti tufitiche), verosimilmente derivata da una concomitante attività magmatica sottomarina di tipo andesitico, del resto ben nota in Marmilla (Maccioni, 1969; 1974) e riferibile alla "Sequenza lavica basica-intermedia superiore" o "Serie andesitoide superiore" Auct.. Nella sua parte inferiore e media la formazione appare povera di componente macrofossilifera, mentre nella sua parte mediosuperiore si distinguono livelli molto ricchi soprattutto di Molluschi ed Echinoidi. In località Duidduru e nei versanti sulla sinistra idrografica del Riu Scraccadrixius, un banco arenitico a cemento carbonatico, compatto, di colore nocciola, si caratterizza per la notevole abbondanza di macrofossili (gusci e modelli interni), sia interi che in frammenti, rappresentati da Echinoidi (Clipeasteridi e Scutellidi), Bivalvi (Pettinidi e Veneridi) e rari Gasteropodi. Queste faune marine presentano una disposizione caotica indicante un trasporto sottomarino in massa. Nelle località Duidduru, nei pressi di Funtana Populis, sotto il N.ghe Perdaligieri ed a sud-ovest di N.ghe Domu 'e Birni, affiora un banco arenitico a grana fine, spesso da 70 cm a 2.5 m, costituito da granuli di litologie scistose paleozoiche con abbondante componente vulcanica, incoerente e massivo, che si distingue sia per la colorazione bruno-verdastra che, soprattutto, per una notevole abbondanza di fossili, rappresentati principalmente da Turritellidi calcitizzati e rari Ostreidi (sia interi che in frammenti).
Il Geosito oggi
Il sito è come un museo a cielo aperto, ricco di informazioni geologiche e paleontologiche. La ricca stratigrafia presenta diversi avvenimenti accaduti nel Miocene. Si può ammirare un fondale marino fossilizzato, ricco di reperti; nella parte centrale si trova un banco di turritelle, frutto dell'incontro tra mare e fiume, che creò una laguna. La parete presenta inoltre due testimonianze interessanti su un terremoto avvenuto in Sardegna circa 5 milioni di anni fa: una faglia a vista e dei filoni nettuniani.
Valorizzazione della Cava Fossilifera - Ora Geosito
La Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro, il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Cagliari e l'Amministrazione Comunale di Genoni si sono fortemente impegnati affinché il sito non andasse incontro a un deterioramento. L'acquisizione del sito da parte del Comune di Genoni ha permesso di delimitare l'area per agevolare il lavoro di paleontologi e geologi. L' importanza del sito di Duidduru ha reso necessaria la sua valorizzazione, sancita nel 2011 con l'accordo tra il Ministero dei Beni Culturali e il Comune di Genoni.
Scoperta e recupero dei fossili del Geosito
La massiccia presenza di arenaria nel territorio di Duidduru aveva già fatto intuire a esperti di fossili una probabile presenza di reperti nell'area. Negli anni Ottanta, durante lavori di cava per estrarre arenaria dal terreno, sono stati riportati alla luce primi banchi di fossili. Questa scoperta ha portato alla chiusura dei lavori di prelevamento della roccia sedimentaria, e l'inizio dello studio del sito da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e Nuoro e del Dipartimento di Scienze della Terra dell' Università di Cagliari. Grazie al lavoro di paleontologi e geologi, è stato scoperto un importante sito riguardante l'Era Miocenica. Vari livelli di stratigrafia, la presenza di numerosi reperti fossili, differenti paleoambienti sono stati riportati alla luce e possono essere ammirati dai visitatori.
Reperti fossili della Cava
I fossili presenti nel territorio risalgono al Miocene; i reperti appartengono a specie animali marine che vivono tuttora in bassi fondali tropicali. La loro fossilizzazione è avvenuta per mineralizzazione, e grazie all'arenaria i fossili si sono conservati ottimamente. Alcuni reperti sono stati prelevati e studiati; dopo un processo di pulizia da parte dei paleontologi della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Sassari e di Nuoro, i fossili si possono ammirare nella sala espositiva del P.AR.C.